Sto rileggendo per la seconda volta il libro “Libertà e amore”, di Elena Balsamo, in cui l’autrice esplora e descrive con grande chiarezza l’approccio di Maria Montessori all’educazione. Lo rileggo sull’onda dell’entusiasmo nato durante la prima lettura, che mi ha regalato un profondo ottimismo nei confronti delle possibilità straordinarie incluse nel percorso di crescita dei bambini.
Ho pensato di trascrivere per te un brano di questo libro, che mi ha particolarmente colpito e che mi ha spinto a fermarmi a riflettere sul modo in cui io cerco di garantire ai miei figli di crescere secondo un principio irrinunciabile: la libertà.
Ecco a te:
“La caratteristica dei bambini sotto i sei anni di età – scrive Maria Montessori – è che è quasi impossibile insegnare loro; i bambini di questa età non possono imparare da un insegnante.” “Essi prendono il nutrimento psichico dall’ambiente.” (…) “Io sostengo che non possiamo insegnare ai bambini dai tre a i sei anni: possiamo osservarli.”
Ecco perché è così importante offrire loro un ambiente adeguato, ricco di materiali e di proposte, in cui lasciarli liberi di agire, all’interno di confini stabiliti e fin da subito spiegati, così che essi possano dispiegare le loro enormi, infinite potenzialità. A proprio agio nel suo habitat naturale il bambino dà il meglio di sé e rivela il suo vero volto.
La libera scelta del bambino che lavora ha un’importanza grande, perché gli consente di avere sempre la sicurezza di ciò che farà poi. Altrimenti sarebbe come se noi con angoscia non potessimo sapere quello che faremo in futuro perché qualcuno ci ha reso schiavi e fa di noi ciò che vuole.”
“Dobbiamo capire che per un bambino non è importante solo l’attività in sé, ma il fatto stesso di poterla scegliere da solo. Essere attivi è appagante, ma lo è molto di più agire su qualcosa che noi stessi abbiamo voluto, rispetto a ciò che ci viene proposto o, peggio, imposto, da altri. Nel primo caso si obbedisce a se stessi, al proprio comando interiore; nel secondo si obbedisce al comando di un’altra persona.” (…)
“Fin dagli inizi della mia esperienza – dice la Montessori – raccomandai e delineai le condizioni di libertà per i bambini. La libera scelta è stata la prima delle condizioni essenziali nel mio concetto di educazione.”
I piccoli, già intorno ai tre anni, rispondono a tale possibilità in maniera sorprendente per la loro età. Quando sono liberi dall’intervento e dalle restrizioni che impongono loro adulti pieni di buone intenzioni, anziché manifestare l’anarchia che tutti si aspetterebbero, danno prova di un comportamento che sembra uniformarsi a una legge che si potrebbe definire divina.
Ogni avidità, ogni insistenza di possesso scompaiono, allorché si favorisce la libera scelta. Quando si eliminano le condizioni che obbligano alla sottomissione, la natura umana reagisce manifestando gentilezza, ordine e amore verso il prossimo, chiunque egli sia.
Un comportamento del genere non potrebbe essere insegnato a bambini così piccoli. D’altra parte, se non si manifesta, significa che queste qualità, comunque inerenti alla natura umana, non hanno potuto svilupparsi, proprio a causa della mancanza di libertà.
Durante i quarant’anni del mio lavoro, ho visto questo fenomeno ripetersi in tutte le parti del mondo. Bambini di ogni razza hanno reagito allo stesso modo. L’opportunità di scegliere conduce alla dignità dell’essere umano. La libertà non può essere “concessa”: fa parte della natura umana e deve essere coltivata come uno degli aspetti essenziali del carattere.
“Ritengo che la vera libertà, quella interiore, non possa essere donata. Non può nemmeno essere conquistata. Può solamente essere costruita, dentro di sé, come parte della personalità e, se questo avviene, non potrà più essere perduta.”
“Finché l’educazione continuerà a seguire le linee di una sottomissione forzata, le condizioni attuali si perpetueranno e l’umanità continuerà ad essere costituita da molta gente che parla di libertà, ma assai poco di uomini liberi”.
Parole profetiche, che racchiudono lo spirito del metodo Montessori, la vera peculiarità che lo rende unico tra tutti i sistemi educativi esistenti: la libertà.
L’estratto termina qui. Che cosa ne pensate?
Personalmente, queste parole mi hanno messo all’erta e hanno acuito la mia consapevolezza: quanto e cosa faccio, o non faccio, per far crescere i miei bambini “liberi di agire, all’interno di confini stabiliti e fin da subito spiegati, così che essi possano dispiegare le loro enormi, infinite potenzialità“?
Fino a che punto li lascio fare, quando è possibile, e quanto gli impongo invece attività prestabilite, che magari fanno più comodo a me, ai miei ritmi, o che corrispondono di più ai miei gusti?
Bella domanda. Porsi il problema è già qualcosa, trovare un equilibrio richiede pazienza e convinzione rispetto alle enormi potenzialità che davvero ogni bambino racchiude in sé, e che aspettano di potersi rivelare.
Queste parole mi fanno riflettere anche sulla scuola tradizionale, sui bambini cosiddetti “difficili”, che probabilmente potrebbero davvero trovare un modo di esprimersi compiutamente e con gioia, se avessero la possibilità di agire in un ambiente ricco, ordinato e stimolante, secondo il principio dell’interesse e della libera scelta.
Una cosa però mi impegno a fare sempre con i miei bambini: quando scelgono un’attività (fattibile naturalmente!) e li vedo impegnati e concentrati nel portarla avanti, non li interrompo. Anzi, li osservo e cerco di capire qualcosa in più su di loro… E’ sorprendente vedere quanto un bambino di quattro o due anni può immergersi in un’attività, con una serietà e un ordine che non ti aspetti.
Alla fine sono soddisfatti e rilassati, con grande beneficio per tutti.
Parola di mamma imperfetta 😉
Se vuoi approfondire il tema dell’educazione e dell’essere genitore, registrati su www.percorsoaiedi.it e ricevi gratis tre video di MammeImperfette 🙂
A presto,
Adele
“Finché l’educazione continuerà a seguire le linee di una sottomissione forzata, le condizioni attuali si perpetueranno e l’umanità continuerà ad essere costituita da molta gente che parla di libertà, ma assai poco di uomini liberi”.
Parole profetiche, che racchiudono lo spirito del metodo Montessori, la vera peculiarità che lo rende unico tra tutti i sistemi educativi esistenti: la libertà.
L’estratto termina qui. Che cosa ne pensate?
Personalmente, queste parole mi hanno messo all’erta e hanno acuito la mia consapevolezza: quanto e cosa faccio, o non faccio, per far crescere i miei bambini “liberi di agire, all’interno di confini stabiliti e fin da subito spiegati, così che essi possano dispiegare le loro enormi, infinite potenzialità“?
Fino a che punto li lascio fare, quando è possibile, e quanto gli impongo invece attività prestabilite, che magari fanno più comodo a me, ai miei ritmi, o che corrispondono di più ai miei gusti?
Bella domanda. Porsi il problema è già qualcosa, trovare un equilibrio richiede pazienza e convinzione rispetto alle enormi potenzialità che davvero ogni bambino racchiude in sé, e che aspettano di potersi rivelare.
Queste parole mi fanno riflettere anche sulla scuola tradizionale, sui bambini cosiddetti “difficili”, che probabilmente potrebbero davvero trovare un modo di esprimersi compiutamente e con gioia, se avessero la possibilità di agire in un ambiente ricco, ordinato e stimolante, secondo il principio dell’interesse e della libera scelta.
Una cosa però mi impegno a fare sempre con i miei bambini: quando scelgono un’attività (fattibile naturalmente!) e li vedo impegnati e concentrati nel portarla avanti, non li interrompo. Anzi, li osservo e cerco di capire qualcosa in più su di loro… E’ sorprendente vedere quanto un bambino di quattro o due anni può immergersi in un’attività, con una serietà e un ordine che non ti aspetti.
Alla fine sono soddisfatti e rilassati, con grande beneficio per tutti.
Parola di mamma imperfetta 😉
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A presto,
Adele